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  • Immagine del redattoreStudio di Dietetica

Morbo di Crohn

Aggiornamento: 14 dic 2020

Qualche giorno fa è giunto da noi un paziente giovanissimo che ha scoperto da poco di avere il morbo di Crohn.

Abbiamo così pensato di fare un post dedicato a lui e a tutte quelle persone che si trovano a dover affrontare ogni giorno i fastidiosi sintomi causati dalle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI)

Proprio in questi giorni sta girando sul web una campagna chiamata #fattipiùinlà promossa

da @mici360.it dedicata alla sensibilizzazione ed al supporto dei pazienti che soffrono di queste patologie.

Le MICI sono: la retto colite ulcerosa (RCU) e la malattia di Crohn (MC).

Entrambi le patologie sono caratterizzate da processi infiammatori a carico del tratto gastrointesinale ed hanno un andamento clinico caratterizzato da remissioni e quindi periodi di benessere (più o meno lunghi) e recidive (periodi di riacutizzazione). Oggi ci occuperemo nello specifico del Morbo di Crohn

La MC, può interessare tutto il tratto gastrointestinale dalla bocca all’ano, anche se generalmente colpisce la parte finale. Le ulcere, derivate dall’infiammazione, se non adeguatamente curate possono portare a stenosi o fistole fino ad arrivare alla necessità di un intervento chirurgico. Non sono ancora note le cause della malattia, è però riconosciuto che esiste una combinazione di fattori che possono scatenare l’infiammazione e tra questi troviamo: la predisposizione genetica, fattori ambientali, fumo di sigaretta, alterazioni della flora batterica intestinale e alterazioni della risposta immunitaria.

L’esordio della malattia è estremamente insidioso per cui un’attenta anamnesi evidenzia quasi sempre la presenza di disturbi gastrointestinali durati mesi o anche anni prima della diagnosi. I sintomi tipici sono: dolore addominale e diarrea, solo raramente con sangue (tipico sintomo della retto colite ulcerosa). Possono inoltre essere presenti febbre e segni di malnutrizione o, anche se più raramente, manifestazioni extra-intestinali.

L’alimentazione sebbene non possa curare direttamente la malattia, ha senz’altro un ruolo chiave nella diminuzione e prevenzione della sintomatologia.

Diversi studi dimostrano come gli allergeni alimentari sono stati chiamati in causa come possibili stimoli infiammatori, e lo squilibrio tra sostanze ossidanti ed antiossidanti possono essere considerati come possibili fattori patogenetici. E’ stato dimostrato come la malattia porti ad una diminuzione di livelli plasmatici di vitamina C, vitamina E, beta carotene e flavonoidi e la loro somministrazione risulta in grado di ridurre lo stress ossidativo. La terapia nutrizionale ha quindi come obiettivo quello di ridurre i sintomi della malattia, correggere eventuali deficit nutrizionali, supporto nel post-operatorio.

Bisogna innanzitutto dividere la dieta in due fasi: Fase di attività acuta di malattia e Fase di remissione.

Nella fase di acutizzazione della malattia è bene eliminare alcuni alimenti tra cui:

- Alimenti ad alto contenuto di fibre come:

a) Cereali integrali

b) Verdure

c) Frutta

d) Legumi

- Alimenti contenenti lattosio come :

a) latte intero, parzialmente scremato o scremato

b) formaggi freschi e spalmabili

c) panna e gelati

d) derivati della carne (mortadella, salsiccia, wurstel o prosciutto cotto)

e) prodotti commerciali addizionati con farine o proteine del latte

Sono invece concessi:

- pane bianco senza mollica o tostato, grissini o crackers non integrali

- pasta prodotta con farina bianca raffinata, riso, crema di riso e semolino

- manzo, vitello, agnello, pollame, coniglio purchè tenera e non fibrosa

- pesce

- prosciutto crudo e cotto sgrassati e senza lattosio, bresaola

- uovo alla coque o in camicia

- patate lesse

- latte delattosato o di soia

Nel caso in cui dovesse esserci il rischio di stenosi oppure occlusione intestinale è bene modificare anche la consistenza degli alimenti prediligendo alimenti semisolidi, semiliquidi o liquidi a seconda della gravità.

Nella fase Acuta è estremamente importante tener sotto controllo eventuali carenze di vitamine e Sali minerali che possono insorgere a causa del malassorbimento, della dieta molto selettiva o anche per l’aumentato fabbisogno dovuto allo stato infiammatorio e/o alla farmacoterapia.

In questi casi si potrebbe inoltre rischiare la formazione di calcoli renali, e si consiglia dunque un adeguata idratazione ed una supplementazione di Calcio, oltre a Ferro, Vitamina B12 e folati.

Nella fase di remissione è essenziale tener conto della tollerabilità individuale! Si può iniziare a reintrodurre gradualmente gli alimenti contenenti fibre e lattosio. In questa fase molto delicata è molto utile tenere un diario alimentare in cui annotare i pasti consumati durante la giornata ed eventuale insorgenza di disturbi gastrointestinali, in modo da individuare gli alimenti non tollerati.

Gli alimenti andrebbero introdotti uno alla volta in piccole quantità aspettando almeno 2-3 giorni prima di introdurne uno nuovo. Per quanto riguarda la verdura è bene iniziare da verdure passate al setaccio oppure carote e zucchine lesse, a seguire verdure cotte e successivamente verdure crude. Bisogna prestare particolare attenzione alle verdure molto ricche di fibre non digeribili come: carciofi, cavoli, broccoletti, rape, barbabietole, porri; e alle verdure contenenti semi. E solamente infine reintrodurre i legumi decorticati.

Per la frutta è bene iniziare da frutta passata oppure mela e banana, a seguire frutta cotta ed infine frutta fresca priva di semi e buccia preferendo mele, banane, albicocche, pesche e ciliegie. Bisogna prestare particolare attenzione a: kiwi, prugne, fichi, fichi d’india, castagne, melograni, uva e frutta secca.

L’obiettivo è quello di arrivare ad un’alimentazione corretta e più varia possibile, con l’introduzione di porzioni di frutta e verdura, ovviamente tra quelle tollerate, evitando restrizioni alimentari non giustificate che andrebbero solamente a peggiorare il quadro clinico. È bene effettuare 5 pasti al giorno, mangiare lentamente e masticare in modo adeguato, consumare latte delattosato qualora non sia tollerato il lattosio e bere almeno 1,5 litri d’acqua al giorno (di più se in presenza di diarrea).

Come in ogni patologia ricordiamoci sempre che è rivolgersi alla competenza di professionisti specializzati per gestire la malattia e tutti suoi sintomi.


Dieta Lib{e}ra in Equilibrio


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